‘A NOCE

Barbara Apuzzo affronta il tema della disabilità con ironia, rabbia e delicatezza, trasformando l’handicap in un’imprevedibile risorsa artistica.
Regia: Barbara Apuzzo
Anno: 2025
Durata: 70'
Paese: Italia

Dettagli

Regia:
Barbara Apuzzo
Anno:
2025
Durata:
70'
Paese:
Italia

'A noce

Esiste un mondo. Un mondo dove risate e lacrime vanno a braccetto.
Un mondo che nasce in una noce. E in questa noce si dibatte una vita. Una vita che vuole uscire, una vita che vuole vivere, una vita che vuole volare… una vita che ride…
L’idea nasce una sera. Una sera come tante altre, di quelle sere in cui ci si trova con gli amici a parlare, in tutta serenità. Una sera come tante altre, sì… ma con un panorama speciale di fronte… Il Vesuvio, il mare… Napoli, in tutta la sua bellezza.
Ecco, lì, in quella circostanza, mentre stavo finendo di mangiare una pizza, un amico si rivolge a me, con un detto partenopeo: «Ah guarda, ’o pappece dicette alla noce: Damm’ o tempo ca te spertoso».
Un pappicio è un animaletto molto piccolo, nero, con le zampe corte, lento… insomma, un verme…
Un piccolo verme, lento anche mentre mangia. Vive all’interno della noce, e si nutre del frutto. Intanto si rende conto che al di là del suo guscio esiste un mondo. Un mondo che è sinonimo di libertà, di un “fuori” mai visto. Un fuori che forse verrà conquistato, nell’idea del progetto, uscendo dalla noce, dal suo guscio. Guscio che molto lentamente viene scalfito in più parti, fino ad essere “spertusato”. Quando finalmente questo piccolo verme riesce a uscire dalla noce, dopo essersene cibato, dopo aver “rosicato” il guscio, diventa farfalla.
Diventa farfalla alla fine di un suo percorso, alla fine di una serie infinita di battaglie…
L’idea è che il pappicio, prima o poi, “spertoserà” la noce… è piccolo, ma crescerà… è lento, ma arriverà… Mi paragono a questo pappicio perché il suo percorso può essere raccontato con ironia. Mi paragono a questo pappicio perché il mio handicap fisico mi porta spesso a sentirmi in una gabbia, un guscio… protettivo… ma dal quale prima o poi se ne vuole uscire… e magari chissà, anche ridere del proprio percorso, delle proprie tappe… delle proprie difficoltà…
Lavoro su questo testo, scritto dalla sottoscritta, perché m’interessa sviluppare la relazione tra il concetto tempo/spazio e una persona, come me, che ha le sue diversità, i suoi handicap fisici. Da questa diversità, da questo handicap, forse potrebbe uscire un diverso modo di pensare il teatro.
Quello che tengo a sottolineare in questo progetto è che da un punto di vista “diverso” (e quando dico “diverso”, lo dico perché considerato tale secondo canoni di vita tradizionali), potrebbero venire fuori punti di vista “altri”, sul mondo, sulla sensibilità umana, sulla cosiddetta “normalità” dei “normodotati”.

Le date

di messa in scena

lunedì 18 Maggio 2026
  • 20:45
  • Cineteca Milano Metropolis
    Via Oslavia 8, 20037 Paderno Dugnano MI