RAPSODIA SATANICA

La storia di Rapsodia satanica è straziante e travagliata quanto il destino della contessa Alba d’Oltrevita, interpretata dalla divina Lyda Borelli.
Regia: Nino Oxilia
Anno: 1915
Durata: 45'
Paese: Italia

Dettagli

Regia:
Nino Oxilia
Anno:
1915
Durata:
45'
Paese:
Italia

Rapsodia Satanica

Stilisti che vestono il cinema

 

La proiezione sarà preceduta da:

Programma film Lumière (1896-99, 10′, film muto musicato)

La comtesse de Greffhule en robe de soir (1899, 1′, film muto musicato)

 

La vicenda produttiva di Rapsodia satanica è travagliata quanto la sorte della contessa Alba d’Oltrevita, interpretata dalla divina Lyda Borelli. Terminato nella primavera del 1915, il capolavoro diretto da Nino Oxilia esce nelle sale solo nel 1917, a causa di misteriose dispute interne alla Cines: quasi tre anni di attesa per consegnare al mondo un film che rappresenta il più convinto tentativo fino allora sperimentato di realizzare per lo schermo un’opera d’arte totale. In ossequio alla Gesamtkunstwerk di wagneriana memoria, nel film si condensano citazioni pittoriche che vanno dal simbolismo ai preraffaeliti, richiami letterari adducibili alla tradizione faustiana e al decadentismo dannunziano, suggestioni architettoniche e scenografiche riprese dal liberty e dall’art nouveau, il tutto impreziosito dalla partitura originale del maestro Pietro Mascagni. Ma Rapsodia satanica non è solo un raffinato ed estetizzante compendio delle migliori correnti artistiche: è un film che vive di luce propria grazie alla sensibilità poetica e la maestria compositiva di Nino Oxilia e alla straordinaria performance interpretativa di Lyda Borelli, in grado di materializzare con il corpo e con lo sguardo ogni controverso aspetto dell’anima del suo personaggio, distillando in essenza la sensualità vitale dell’erotismo, l’isteria delirante della follia, il cupo sentimento della morte.

Giovanni Lasi

 

La riscoperta di Rapsodia satanica è un caso estremo: la ricostruzione è avvenuta lentamente e per gradi sotto i nostri occhi. Come se una rosa appassita si rigenerasse e, un petalo dopo l’altro, riacquistasse la propria freschezza nel pieno del suo fulgore. Un miracolo inatteso stava prendendo forma poco a poco, progressivamente e in modo irreversibile. Una lenta decomposizione al contrario, una paziente ri-composizione. Come se questo capolavoro non avesse voluto concedersi ai nostri occhi tutto a un tratto. Sarebbe stato forse troppo abbagliante?
In principio era questa copia in bianco e nero proprio brutta… Eppure era già chiaro che avevamo a che fare con uno splendido film. Poi venne la scoperta della musica di Mascagni composta appositamente per il film di Oxilia. Nuovo stupore. Ecco infine che a quella si aggiunge – è l’ultima fase? – la scoperta di una bella copia a colori! Rapsodia satanica, dal punto di vista del colore, ci pone di fronte a un altro problema, perché – caso unico nella storia del cinema? – l’uso del pochoir non è alternativo a quello del viraggio e dell’imbibizione, ma contestuale. Su immagini monocrome abbiamo così sparsi dettagli colorati […], il risultato è comunque straordinario. Qui il colore realizza pienamente l’esplicita ambizione del film a un’arte totale.

Eric de Kuyper, Rapsodia satanica o il fremito del colore, “Cinegrafie”, n. 9, 1996

Le date

di proiezione

giovedì 25 Settembre 2025
  • 18:15
  • Cineteca Milano Arlecchino
    Via San Pietro all'Orto 9, 20121 Milano MI