Brûle le sang /In the name of Blood
di Akaki Popkhadze con Nicolas Duvauchelle, Finnegan Oldfield, Denis Lavant. Francia, Belgio, Georgia, Austria, 2024, 109’
“Nizza è un villaggio, tutti si conoscono l’un l’altro”. Sotto la superficie dei cieli azzurri, delle spiagge danzanti, dell’iconica Promenade des Anglais, è in una profonda oscurità e in un’acuta violenza sotterranea che si immerge Akaki Popkhadze, scoperto al concorso New Directors del Festival di San Sebastián. Dietro lo sfarzo e il glamour, dietro le quinte, si agita un mondo di criminalità cosmopolita, un universo in cui, ancor più apertamente che altrove, Dio e il Diavolo si scontrano in una feroce battaglia per il territorio dei traffici. È una classica ambientazione da film noir che il regista affronta dal punto di vista familiare, nell’enclave georgiana in Francia, con due fratelli che hanno quasi tutto contro.
Akaki Popkhadze è nato in Georgia nel 1991 e ha vissuto in Russia fino all’età di 13 anni quando la famiglia si è trasferita a Nizza. In Francia, dopo tre corti è al debutto nel lungometraggio. “Ho attinto dalla mia vita personale i temi della famiglia, della religione, della violenza – ha detto -. Mia madre è una professoressa di pianoforte, proprio come la madre nel film, e ho un fratello minore. Quindi, è un mix tra una storia, parzialmente vera, e la mia esperienza di vita a Nizza. Nello scriverlo ho spesso pensato a James Gray e
alla rappresentazione della comunità di Little Odessa, ma nel mio cinema ci sono certamente influenze molto diverse da De Palma a Paradjanov”.
di proiezione
