Regia: Ernst Lubitsch
Sceneggiatura: Samson Raphaelson
Fotografia: Victor Milner, Lucien Ballard, William C. Mellor e William Rand
Montaggio: William Shea
Musiche: Oscar Straus e Leo Robin
Cast: Maurice Chevalier, Jeanette MacDonald, Genevieve Tobin, Charles Ruggles
Nel 1917 il giovane Lubitsch dirige la sua prima farsa coniugale, Das fidele Gefängnis,, dall’operetta straussiana Il pipistrello. Il titolo significa L’allegra prigione ovvero, con trasparente metafora, il matrimonio: che è si una prigione, come tutte le costruzioni sociali, però se lo si vive con giusta nonchalance, scivolando tra le sue sbarre senza compromettere la perfetta caduta dell’abito, sarà la più incantevole delle prigioni. Certe grandi commedie americane, da So This Is Paris ad Angelo fino al riepilogo esistenziale Il paradiso può attendere, offriranno declinazioni del tema via via più intrise di segreti e malinconie, sotto lo smalto sempre lucido dell’ironia. In One Hour with You regna la spensieratezza, l’operetta viennese incontra il boulevard nei couplets di McDonald e Chevalier (l’una canta, l’altro quasi, l’intesa funziona), o nelle interpellazioni allo spettatore, chiamato a testimone e correo d’una tentazione cui non si può resistere per motivi che è meglio tacere (amo mia moglie ed e pure più bella, ma… oh! that Mitzi!, uno dei vertici assoluti dello chevalierismo). Lubitsch ha la testa altrove, sta rimontando l’infelice Broken Lullaby e nell’aria c’è il capolavoro Mancia competente: però a questo remake di The Marriage Circle (che non eguaglia la perfezione ritmica e teorica dell’originale) ci tiene, e lo sottrae a Cukor cui, da direttore produttivo, l’aveva affidato. Quindi spazi eccentrici, scale che “sembrano i tasti d’un pianoforte” (Paolo Poli), lampadari di déco astrale, le consuete meraviglie. Il titolo è molto bello: se la modernità frantumata di Warhol prometteva a ciascuno quindici minuti di celebrità, il classicismo libertino di Lubitsch garantisce il diritto universale a one hour with you: dove, quando, e chi sia questo you, sarà un tratto di dadi a deciderlo, e se sì è abbastanza romantici e fortunati, sarà con il proprio marito, con la propria moglie, una notte di primavera a Parigi, su una panchina del Bois.
Paola Cristalli
di proiezione
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