Rassegna

UGO, NESSUNO E CENTOMILA

Per ricordare uno dei più grandi protagonisti del cinema italiano, Cineteca Milano gli dedica la rassegna “Ugo, nessuno e centomila” che si terrà al cinema Arlecchino dal 5 ottobre al 2 novembre 2025.

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Nel panorama dei grandi protagonisti e delle grandi protagoniste del cinema italiano, probabilmente Ugo Tognazzi meriterebbe più considerazione. Per ricordare il suo ruolo e la sua importanza, Cineteca Milano gli dedica la rassegna “Ugo, nessuno e centomila” che si terrà al cinema Arlecchino dal 5 ottobre al 2 novembre 2025. Già dal titolo si può capire come la rassegna intenda valorizzare una delle grandi abilità di Tognazzi, quella di essere un attore camaleontico, in grado di calarsi in personaggi completamente diversi. Tognazzi è stato anche regista, tanto è vero che in programma si trova Il fischio al naso, film del 1967 tratto dal romanzo di Dino Buzzati, che è una satira sulla società e sul mondo della sanità. Per quanto riguarda i film da interprete, la rassegna parte con Venga a prendere il caffè da noi di Alberto Lattuada (1970), satira sull’ipocrisia della provincia italiana, e continua con Il federale di Luciano Salce (1961), storia di una sorprendete amicizia tra un miliziano fascista e un professore antifascista alla fine della Seconda Guerra Mondiale. In programma si trova anche La grande abbuffata di Marco Ferreri (1973), feroce critica grottesca del consumismo e La vita agra di Carlo Lizzani (1964), tratto dall’omonimo romanzo di Luciano Bianciardi, in cui Tognazzi regala una delle sue interpretazioni più importanti in un film dai forti risvolti sociali. Completa la rassegna La marcia su Roma di Dino Risi (1962) in cui Tognazzi affianca Vittorio Gassman in una satira del fascismo.

Ugo Tognazzi in breve
Ugo Tognazzi (Cremona 1922 – Roma 1990) iniziò a esibirsi nel varietà e facendo gavetta nelle compagnie teatrali. Non frequentò scuole di recitazione formali, ma affinò il mestiere sul palco e nella commedia. Negli anni ’50 fece coppia con Raimondo Vianello; la loro collaborazione per il varietà televisivo “Un, due, tre” (tra il ’54 e il ’59) fu uno dei massimi successi per la Rai di quegli anni.

Esordì al cinema nel 1950 con I cadetti di Guascogna di Mario Mattoli, accanto a Walter Chiari. Negli anni ’60 entrò pienamente tra i protagonisti della “commedia all’italiana”, ma non solo: alternò ruoli comici a ruoli più drammatici o satirici, scegliendo autori-collaborazioni che ne valorizzassero la versatilità; lavorò, tra gli altri, con Marco Ferreri, Dino Risi, Luciano Salce, Alberto Bevilacqua e Bernardo Bertolucci. Girò oltre 150 film tra i quali si ricordano in particolare, La marcia su Roma (1962), Il federale (1961), La voglia matta (1962), I mostri, La grande abbuffata (1973), Amici miei (’75), Il vizietto (1978).

Non si limitò a fare l’attore: fu anche regista idi cinque film: Il mantenuto (1961), Il fischio al naso (1966), Sissignore (1968), Cattivi pensieri (1976), I viaggiatori della sera (1979). Tognazzi scrisse anche libri, specialmente legati alla gastronomia, mescolando ricordi, aneddoti, passioni personali. Uno di questi è L’Abbuffone. Storie da ridere e ricette da morire.

Tognazzi era celebre per la sua capacità di far ridere ma anche di far riflettere. Sapeva far coesistere comicità popolare e satira, caricatura e introspezione. Nella commedia all’italiana, spesso rappresentava l’italiano medio, le sue ambiguità, le sue ipocrisie, ma sempre con una dimensione molto “umana”. Il suo stile “camaleontico”, capace di passare da ruoli leggeri/comici a parti drammatiche con credibilità, è stata una delle sue caratteristiche principali.